In uno strano Natale ai tempi della pandemia il Teatro La Fenice di Venezia realizza un’inedita produzione della fiaba musicale “Pierino e il lupo” di Sergej Prokof’ev sotto la direzione musicale di Alvise Casellati, voce recitante dell’attrice Sonia Bergamasco, illustrazioni di Chiara Tronchin e animazioni di Heads Collective. Il video è disponibile sul canale YouTube del Teatro per tutto il 2021 (clicca qui).
“Pierino e il lupo” è tra le pagine di musica più utilizzate dagli insegnanti per far conoscere ai bambini gli strumenti musicali. La favola sinfonica più amata, interpretata negli anni dai migliori attori e tradotta in tutte le lingue. Per questo forse un po’ banalizzata e mai più ascoltata in età adulta, anche se in realtà nasconde un significato allegorico profondo e non molto conosciuto.
La storia
“Pierino e il lupo” è una favola in musica per voce recitante e orchestra (op. 67) con testo e musica di Sergej Prokof’ev. Andò in scena per la prima volta il 2 maggio 1936 al Teatro Nezlobin, il Teatro per l’Infanzia di Mosca, la cui direttrice, regista e pedagoga Natalja Satz aveva proposto e commissionato il lavoro a Prokof’ev.
Si racconta la storia di un bambino, Pierino, che con l’aiuto di un uccellino e altri amici animali riesce a catturare un temibile lupo cattivo. Una voce narrante racconta la fiaba, mentre la musica di Prokof’ev commenta le scene. Alla musica è affidato il compito di descrivere il carattere e le azioni dei personaggi, ciascuno collegato ad un tema musicale e ad uno strumento particolare: a Pierino gli archi, all’uccellino il flauto, al gatto il clarinetto, all’anatra l’oboe, al nonno il fagotto, ai cacciatori le percussioni e al lupo i tre corni.
La storia è semplice: Pierino disobbedisce al nonno e scappa per andare giocare con i suoi amici animali; il nonno lo rimprovera e lo riporta a casa giusto in tempo prima dell’arrivo del lupo che mangia l’anatra in un sol boccone. Pierino si precipita a salvare i suoi amici: chiede all’uccellino di svolazzare davanti al naso del lupo distraendolo, mentre lui sale sull’albero e lo cattura con una corda. All’arrivo dei cacciatori Pierino chiede di non uccidere il lupo, ma di portarlo allo zoo.
Le diverse chiavi di lettura
“Pierino e il lupo” è una favola in musica. Come tutte le favole insegna un’importante morale ai bambini e allo stesso tempo in modo originale e divertente insegna anche a conoscere, e riconoscere, gli strumenti dell’orchestra; pensata per i più piccoli, ma utile anche a chi si avvicina per la prima volta alla musica classica. Il segreto di quest’opera è senza dubbio educare al potere allusivo della musica, capace di creare perfette corrispondenze tra suoni e immagini.
Si può fare un passo in più e addentrarsi nei significati allegorici più profondi del racconto: alcuni hanno letto in Pierino la figura del giovane proletario sovietico, l’anatra come il borghese codardo e il lupo come emblema del capitalismo.
Per far questo passo bisogna conoscere la vita di Prokof’ev, tornato in Unione Sovietica pochi anni prima nel 1923 deciso a partecipare alla trasformazione sociale e culturale del paese. Nell’aprile del 1934 alla prima esecuzione del “Canto sinfonico” venne duramente stroncato e minacciato dall’autorità: «Il Canto Sinfonico non possiede la benché minima qualità musicale. […] Possiamo ritenerlo una triste testimonianza del declino della cultura individualista… Procedere su questa strada sarà rischioso per il musicista.».
Prokof’ev andò alla ricerca di una nuova semplicità di forme, moderne e razionali e dichiarò la formulazione teorica di questo nuovo modo di pensare in un articolo pubblicato il 16 novembre 1934 sul quotidiano Izvestia: «Si potrebbe qualificare la musica di cui abbiamo bisogno come ‘facile e sapiente’, o come ‘sapiente ma facile’. Non è così semplice trovare il linguaggio che le conviene. Innanzitutto, deve essere melodica, di una melodia semplice e comprensibile che non deve essere d’altra parte rimasticata né avere un profilo banale».
Si potrebbe qualificare la musica di cui abbiamo bisogno come ‘facile e sapiente’, o come ‘sapiente ma facile’
Alla luce di tutte queste vicende politiche e personali, alcuni critici musicali hanno quindi compiuto un passo ulteriore nel commentare la favola di “Pierino e il lupo” dandone una lettura più politica e meno innocente.
L’uccellino secondo questa interpretazione è l’artista che riesce a sopravvivere, a farsi beffe del potere e far impazzire di rabbia il lupo, Stalin, che non viene ucciso, ma portato allo zoo. Un Prokof’ev animalista o uno stratagemma per mettere in gabbia il grande dittatore agli occhi del mondo?
Sono interpretazioni e non sappiamo se Stalin colse gli indizi. Però si vendicò limitando la libertà del compositore, facendo arrestare la prima moglie Lina Ivanovna e proibendo l’esecuzione delle sue opere. Poi il destino ci mise lo zampino: Prokof’ev e Stalin morirono lo stesso giorno, il 5 marzo 1953. «Tutto il paese piangeva Stalin e nessuno sapeva che era morto Prokof’ev, che viveva a quattro isolati di distanza dalla sala dove era esposto il corpo del dittatore. A causa della folla, per alcuni giorni non fu possibile far uscire il corpo di Prokof’ev da casa. Al suo funerale non vi era neppure un fiore fresco: tutti i fiori di Mosca erano stati portati a Stalin», racconterà Mstislav Rostropovic.
Mai sottovalutare la musica.
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