Eclettica, riservata, enigmatica. Vera e propria icona dell’Islanda e del mondo dell’arte, Björk è riuscita a coniugare sperimentazione musicale d’avanguardia e ricerca estetica, portandole sotto i riflettori della scena Pop internazionale. Nella sua carriera ha venduto 40 milioni di dischi, ha vinto 4 BRIT Award, 4 MTV Video Music Award, 13 nomination ai Grammy, e la Palma d’Oro come miglior attrice al Festival di Cannes del 2000 per la sua interpretazione in “Dancer in the Dark”. Björk è un’artista totale.
Per chi non è un suo fan, c’è una canzone a cui la si collega immediatamente: “It’s Oh So Quiet” il brano con cui nel 1995 raggiunse il successo mainstream. Una divertente canzone d’antico sapore swing, un’atmosfera dolce e cristallina che esplode in mille pezzi all’irrompere dell’isteria giocosa del ritornello. D’altronde, canta Björk, è tutto così sereno e tranquillo fin quando… non ci si si innamora!
Successo dovuto in parte anche al videoclip diretto da Spike Jonze, un piccolo capolavoro di virtuosismo visivo. Un omaggio ai musical di Broadway che vede Björk protagonista di un’ottima prova d’attrice e ballerina (c’è anche una parte in tip-tap!) nonostante il giorno delle riprese fosse influenzata e con un forte mal di gola che le permetteva solo di sussurrare in playback. Il videoclip nel 1996 ha ricevuto sei nomination agli MTV Video Music Awards, vincendo per miglior coreografia; e si è piazzato al secondo posto dei Grammy Award come Best Music Video – Short Form dietro all’inarrivabile “Scream” di Michael Jackson e sua sorella Janet.
Forse era tutto troppo mainstream per lei o, con maggior probabilità, dispiaciuta per il fatto di aver raggiunto questo grande successo proprio con un brano di cui non era autrice, arrivò quasi a rinnegarlo escludendolo dal suo “Greatest Hits” del 2002. Non l’avevo ancora detto? Sì, “It’s Oh So Quiet” è una cover!
In realtà è stato tutto un gioco. Era una canzone che Guy Sigsworth ascoltava sempre nel bus quando eravamo in tour. Da allora quasi mi pento di averla fatta, perché ho sempre voluto dare più importanza al creare nuova musica. C’è così tanta gente che continua ad incidere vecchie canzoni e nuove band che fanno vecchia musica.
Björk
Per lasciare un segno in questo mondo bisognerebbe avere il coraggio di andare avanti e inventare qualcosa di nuovo ed è ironico che proprio “It’s Oh So Quiet” sia diventata la mia canzone di maggior successo. In ogni caso la cosa migliore è stata il video
La dolce e scoppiettante melodia jazz di “It’s Oh So Quiet” in realtà risale al tempo del Dopoguerra, in Austria. È stata incisa per la prima volta nel 1948 con il titolo “Und jetzt ist es still” (ora è tutto tranquillo) dal cantante austriaco Harry “Horst” Winter ed è stata composta dall’austriaco Hans Lang con testo dell’autore tedesco Erich Meder.
Un simpatico valzer di un’epoca e di un mondo lontano che non è passato inosservato e fu ripreso poco dopo nel 1949 dall’attrice francese Ginette Garcin insieme all’Orchestra Jacques Hélian con il titolo di “Tout est tranquille”.
Prima di arrivare alla cover di Björk manca ancora un importante passaggio.
Fin qui era ancora quel del simpatico valzer viennese del Dopoguerra. La svolta principale è stata data dalla versione dell’attrice e cantante americana Betty Hutton con arrangiamento del compositore e arrangiatore italiano (naturalizzato statunitense) Pete Rugolo. “It’s Oh So Quiet” (tradotta in lingua inglese da Bert Reisfeld) è stata pubblicata nel 1951 come lato B del suo singolo “Murder, He Says”.
Quanta storia e quanta strada ci può essere dietro ad una canzone! Questo pezzo grazie a Björk è risorto a nuova vita finendo anche nei contesti più strampalati come la pubblicità della Toyota o del Kinder Colazione Più. Musica e pubblicità: un argomento interessante, di cui vi parlerò sicuramente.
2 Comments
Giuseppe Tancredi
24 Dicembre 2022 at 14:25Bellissimo articolo, grazie, mi sono divertito e ho imparato qualcosa…
Angela Forin
6 Agosto 2023 at 08:40Grazie mille Giuseppe!