Come raccontavo in un precedente articolo, al mondo non esistono culture senza Musica, anzi: è agli albori, nelle culture primitive che ritroviamo l’essenza del suo valore sul piano della sopravvivenza. Le canzoni, i discorsi e le poesie organizzate ritmicamente sono il mezzo di trasmissione più importante delle culture non alfabetizzate. Grazie alla Musica le persone possono esprimersi ed esprimere le loro conoscenze, tessere relazioni sociali.
Musica e Universo sono concetti legati tra loro sin dai tempi primitivi: prima di essere figure e volti, gli Dei furono ritmo e melodia. Marius Schneider, musicologo e mitologo, ha dedicato un’intera vita nel tentativo di ricomporre l’antichissima concezione del cosmo fondata sul suono attraverso una meticolosa analisi dei miti delle più svariate tradizioni, visti innanzitutto come “potenze sonore”. Ne ritrovò le tracce ovunque: in Cina, in Australia, nell’Asia Centrale, in Africa e persino nei capitelli romantici. Questi studi oggi sono raccolti nel libro “La musica primitiva”.
“Tutte le volte che la genesi del mondo è descritta con sufficiente precisione, un elemento acustico interviene nel momento decisivo dell’azione. Nell’istante in cui un dio manifesta la volontà di dare vita a se stesso o ad un altro dio, di far apparire il cielo e la terra oppure l’uomo, egli emette un suono. Espira, sospira, parla, canta, grida, urla, tossisce, espettora, singhiozza, vomita, tuona, oppure suona uno strumento musicale. In altri casi egli si serve di un oggetto materiale che simboleggia la voce creatrice. La fonte dalla quale emana il mondo è sempre una fonte acustica”.
Il suono viene quindi inteso come creatore del mondo: nato dal Vuoto, è il frutto di un pensiero che fa vibrare il Nulla e, propagandosi, crea lo spazio. È la prima forza creatrice che in molte mitologie viene personificata da Dei cantori.
La voce creatrice più popolare è forse quella del tuono, ad esempio per i Cheyenne americani Manitù dà origine al mondo per mezzo della voce del tuono e nella Cina antica il tuono segnava l’inizio della vita cosmica. Mentre in Egitto il dio Thot creò il mondo battendo le mani e scoppiando a ridere sette volte, secondo le Upanishad invece il mondo fu generato dalla sillaba “om” che costituisce l’essenza del saman (canto) e del soffio. Anche secondo la religione cristiana Dio durante la Creazione usò il suono della sua voce (nella Genesi: «e Dio disse…»).
Tutto ciò che gli Dei fanno,
Śatapatha Brāhmana
lo fanno tramite la recitazione cantata.
Gli esempi di cui parla Schneider sono tantissimi, questa è solo una breve introduzione. “La musica primitiva” è un libro affascinante, amplia all’infinito la concezione di quello che può essere la Musica. Secondo le religioni il suono è la forza creatrice, che sia un dio o una sillaba o un rumore, in esso è racchiusa la nascita dell’universo e dell’uomo stesso, in esso quindi vi è la sorgente della Vita. Se l’uomo è nato dal suono, la sua essenza sarà sempre sonora: la voce è l’uomo e il canto ne è l’anima, o il veicolo dell’anima. Per questo, ad esempio, il Rg Veda designa il musicista come uno svabhanu, ovvero come un uomo che ha la luce dentro di sé. Di tutti i mortali, il musicista dal canto luminoso è colui che più somiglia agli Dei.
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